La prospettiva da parte del settore moda di raggiungere a fine anno un giro d’affari record di 92 miliardi di euro (+10,5% rispetto al 2021 e del +2,1% rispetto al 2019), non cancellano il difficile momento che stanno affrontando le imprese del comparto a causa delle sanzioni alla Russia per il conflitto in corso in Ucraina.
I Fashion Economic Trends diffusi da Camera Nazionale della Moda Italiana, non riescono ancora a quantificare l’impatto a livello export della crisi in corso, ma a lanciare l’allarme, parlando di danno irreparabile, sono le showroom multimarca, che distribuiscono in Russia tutto quello che è possibile esportare, ma non vengono pagati perché - è la loro denuncia partita proprio in occasione della conferenza stampa di presentazione del calendario di Milano Moda Uomo - le banche non accettano pagamenti dalla Russia.
Formalmente l'Unione Europea consente l'esportazione in Russia di beni di lusso con un valore non superiore a 300 euro (prezzo wholesale, non retail). Una soglia di prezzo che consentirebbe a molti prodotti made in Italy di superare il confine, ma il mercato resta congelato, a causa del blocco attuato dagli istituti di credito di tutte le transazioni con la Russia.
«La situazione è drammatica – ha detto Giulio Di Sabato, titolare di Sari Spazio e presidente di Best Show Room -. Rispettiamo le sanzioni, ma non accettando pagamenti dai nostri clienti russi, le banche ci impediscono di consegnare le nostre collezioni e tutte le aziende hanno i magazzini pieni».
Per Di Sabato, la cui società rappresenta marchi come Cavalli, Plein Sport, Malloni «la Russia prima della guerra valeva il 50% delle esportazioni, l'Ucraina il 25%».
La gravità della situazione è confermata anche da Gigliola Maule, presidente di Camera Showroom Milano. «La Russia - dice - è il principale mercato per tantissime pmi italiane, molte delle quali corrono seri rischi di sopravvivenza se non si trova una soluzione. In questo momento siamo alle prese con problemi su due stagioni, dal momento che non siamo stati in grado di consegnare la primavera/estate 2022 e non possiamo commercializzare l'autunno/inverno 2022-23».