Comunicare in modo nuovo, dirompente e inaspettato:
Balenciaga ribadisce questo imperativo con due iniziative a pochi giorni di distanza l'una dall'altra.
La prima in ordine di tempo è la campagna lanciata a inizio novembre (nella foto da
Instagram): fotografata da
Andrea Artemisio, presenta i capi della collezione indossati da modelli con il viso coperto da cyber-covering, realizzate dall'artista
Ikeuchi Iroko.
Tra questi anche i modelli di
The Hacker Project, «fabbrica alchemica di contaminazioni», come l'ha definita
Alessandro Michele, tra la griffe disegnata da
Demna Gvasalia e
Gucci, entrambe appartenenti al
Gruppo Kering.
Ora i modelli e gli accessori frutto di questo «laboratorio di hackeraggio» (sempre un'espressione coniata da Michele) senza precedenti approdano in 74 negozi fisici pop up e pop in worldwide.
Si tratterà sia di store temporanei, sia di monomarca di Balenciaga «riveduti e corretti» per l'occasione, per esempio con le vetrine "imbrattate" con la scritta Gucci stile graffiti e con la doppia G al posto della doppia B negli arredi interni, a loro volta ripensati in chiave distruptive.
Tra le location pop up spiccano, come riporta
wwd.com, quelle da
Dover Street Market all'Hôtel Le Coulanges a Parigi, da
Harrods a Londra, da
Galeries Lafayette sempre a Parigi, da
Shinsegae Times Square a Seoul e da
Bon Genie a Ginevra e Losanna, solo per citarne alcune.
In alcuni casi sono state realizzate limited edition di shopping bag personalizzate da artisti locali con il nome del cliente.
Il debutto di The Hacker Project è avvenuto durante le sfilate primavera 2022 di entrambi i brand: tra i prodotti più d'impatto la tote bag con in evidenza la scritta
This Is Not A Gucci Bag.
a.b.