I rischi di recessione nel 2023 preoccupano meno, come attesta il rapporto di previsione della
Commissione Europea. Così la
Camera Nazionale della Moda Italiana stima per quest’anno che l’industria italiana della moda in senso allargato (inclusi tessile, pelle, pelletteria, abbigliamento, calzature gioielli, bigiotteria, occhiali e cosmesi) possa incrementare il fatturato del 5%, raggiungendo i 103,55 miliardi di euro. Un’indicazione positiva, che tuttavia si confronta con il +18% del 2022 e il +21% del 2021 e che è legata all'ipotesi «cruciale», che «il rallentamento dell’inflazione prosegua con decisione nel corso dell’anno».
Intanto l’anno è partito bene: i ricavi di gennaio e febbraio sono saliti del 14,4%
rispetto al primo bimestre 2022, per effetto di un +13,8% nei settori "core" (tessile, abbigliamento pelle, pelletteria e calzature) e di un +15,9% in quelli collegati (beauty, gioielli e bigiotteria, occhialeria). Queste performance hanno sostanzialmente confermato la tendenza espressa dall’ultimo trimestre del 2022, caratterizzato da un incremento delle vendite del 15,3%, dove il core è salito del 15,8% e i comparti collegati hanno messo a segno un +14,1%.
L’aumento del fatturato è stato maggiore dell’andamento dei prezzi industriali, che si è scaricato solo in parte sui prezzi al consumo. Come osservano da Camera Moda, «anche nell’ultimo trimestre 2022, in cui la pressione inflazionistica si è fatta più forte, i prezzi al consumo dei prodotti della moda sono cresciuti intorno al 3% su base annua, a fronte della crescita dell’indice generale dei prezzi al consumo che ha toccato l’11.7% su base annua nell’ultimo trimestre del 2022». Lo stesso è emerso nei primi quattro mesi del 2023: la crescita dei prezzi è rimasta intorno al 3% nella moda e all’8,5% per l’indice generale, su base annua.
La produzione nazionale dei comparti “core” della moda è però diminuita in volumi, segnando un -3% nel primo trimestre di quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2022 che ha interrotto un lungo periodo di crescita, specie in settori a monte come il tessile e la concia, su cui ha maggiormente impattato il rincaro dell’energia e delle materie prime.
Quanto alla fiducia dei consumatori, anche nel mese di aprile è migliorata, trainata dalle valutazioni positive sulla situazione economica generale e su quella corrente. Inoltre è risultata in lieve aumento la fiducia delle imprese.
A sostenere la crescita del 2023 sarà di nuovo l’export, previsto a 92,81 miliardi, visto in aumento del 7,5% sul 2022, ma in frenata dopo il +17,8% del 2022 e il +21% del 2021.
Le importazioni dovrebbero invece aumentare del 25,5% a 50,91 miliardi. A fine anno il saldo commerciale del settore è previsto comunque in attivo, ma in calo da 45,76 a 41,92 miliardi.
Nella foto in alto, un look
Dolce & Gabbana dalla sfilata per il prossimo autunno-inverno.
e.f.