Una flessione un po' meno negativa rispetto alle previsioni di McKinsey pubblicate oggi da fashionmagazine.it (-35%/-39% per il lusso), mentre Bain&Co a fine marzo ha stimato un calo fra il 22% e il 25%.
Secondo Bcg-Bernstein è plausibile che il settore registri 105 miliardi di euro di vendite in meno, rispetto ai dati stimati per il 2019 (350 miliardi di euro).
«L'impatto del Covid-19 potrebbe essere minore per le aziende che si aspettano di rivedere in maniera proattiva le loro strategie e-commerce», dicono gli analisti, che si riferiscono nello specifico a quelle realtà «con iniziative precise, mirate, e soprattutto in anticipo rispetto ai propri competitor, che le posizioneranno nella categoria dei "winner"».
I dirigenti sentiti in questo nuovo survey prevedono che l'ebitda annuale subirà una diminuzione oltre il 40% (dal -15% che emergeva nell'indagine precedente, condotta fra il 12 e il 20 febbraio), che si traduce in circa 30 miliardi di euro in meno a livello di margine operativo lordo globale del comparto.
In un'analisi effettuata internamente da Bcg, l'ebitda rischia di ridursi ulteriormente: non 30 bensì 56-58 miliardi di euro.
Le aziende si troveranno a fronteggiare problemi di cassa: sul mercato si prevede ci saranno fino a 70-72 miliardi di euro di liquidità in meno rispetto al 2019.
Inoltre, le mancate vendite del 2020 potrebbero far lievitare gli stock di merce invenduta stimati fino a 105 milioni di pezzi, dai 10-15 milioni attesi in febbraio: un fenomeno che andrà a minacciare la sostenibilità del business.
«Oltre alle numerose iniziative che i ceo e cfo stanno intraprendendo per fare fronte all'emergenza Covid-19, dalla tutela della salute ad azioni difensive come il taglio dei costi - commentano gli analisti - sarà di fondamentale importanza intraprendere iniziative commerciali, che possano proteggere il più possibile la top line: per esempio spostare la merce in economie meno impattate o investire sulle vendite online».
Gli esperti invitano anche ad agire sul fronte del "cash management", per far fronte alla perdita di liquidità. In tal senso suggeriscono di creare unità intra-aziendali di "liquidy office", volte a intraprendere e monitorare tutte le attività che possano mitigare la dispersione della cassa.
Nonostante queste indicazioni sul 2020, la maggior parte dei dirigenti interpellati prevede di raggiungere gli obiettivi di ricavi pre-crisi entro un anno dallo scoppio della pandemia. In particolare, il 40% del panel dice entro il 2021, mentre un altro 30% vede i target raggiungibili l'anno successivo.