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Abbigliamento maglia nera ad aprile: -98,9% di consumi

Crollo verticale dei consumi nei negozi fisici in aprile, mese clou del lockdown, in base ai dati diffusi dall'Osservatorio Confimprese-EY sui settori ristorazione, abbigliamento e non food.

In confronto con lo stesso mese di un anno fa, il totale mercato ha registrato un -91,3%, controbilanciato in parte dall'incremento a tripla cifra (+213,8%) dell'online.

Il comparto maggiormente penalizzato è stato l'abbigliamento (-98,8%), seguito dalla ristorazione con un -84%.

In particolare, nel Sud Italia - che ha sofferto più del Nord - il crollo nei consumi di abbigliamento è stato del 99,7%, contro il 99,4% della media nazionale. La Sicilia ha incassato un -96,8%, la Puglia un -95%, la Campania un -97,9% e la Calabria un -95,9%.

Analizzando le province, si notano il -97% di Catania, il -98,7% di Palermo, il -99,6% di Caserta e il -97,4% di Bari.

«Da un sondaggio condotto dal Centro Studi Confimprese-EY - spiega Mario Maiocchi, responsabile dell'Osservatorio Consumi Confimprese - emerge che in fase di lockdown il 90% delle imprese ha revocato, vista la mancanza di liquidità, i sepa relativi al pagamento anticipato dei canoni d'acquisto per il trimestre aprile-giugno e ha fatto ricorso alla cassa integrazione per la quasi totalità dei dipendenti, con particolare riferimento alla rete di negozi».

«In questa situazione - prosegue - è inevitabile che si vengano a creare tensioni sia con le proprietà immobiliari che con la forza lavoro, il cui futuro in azienda è incerto. Urgono misure volte a sostenere il settore, con riguardo soprattutto ai contratti d'affitto».

Secondo lo studio, come fa notare Paolo Lobetti Bodoni, business consulting leader Italy di EY, l'e-commerce in aprile è esploso, triplicando le vendite. «È chiaro - dice - che le vendite online giocheranno sempre più un ruolo rilevante anche nella futura fase di normalizzazione, guidata dai nuovi modelli di acquisto che i consumatori hanno provato in maniera crescente durante questa crisi».

Uno sguardo infine ai canali di vendita: i centri commerciali e gli outlet hanno archiviato il mese rispettivamente con un -98% e un -99%. Meno peggio è andata nelle zone dello shopping delle città principali (-92,1%) e per i negozi situati in periferia e/o nei comuni più piccoli (-87,4%).

a.b.
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