Torna l'incubo lockdown in Cina, dopo che Chengdu è stata sottoposta a restrizioni per quattro giorni, cui saranno sottoposti fino a domenica oltre 21 milioni di abitanti in seguito a 157 casi di Coronavirus.
Solo una persona per nucleo familiare potrà uscire per comprare generi di prima necessità, mostrando un tampone negativo nelle 24 ore precedenti, e tutti dovranno sottoporsi al test anti Covid. Un danno per i fashion brand presenti nella capitale del Sichuan, considerata da
Jefferies il quarto luxury hub della Cina.
Come riporta un articolo di
wwd.com, Chengdu contribuisce alle vendite del retail di lusso in Cina mainland con una percentuale intorno al 7-8% e il 6% circa dei negozi di alta gamma della regione si trovano qui. Recente l'opening di un flagship
Missoni nello
Chengdu Yintai Centre In99, che come altri shopping mall (dal
Sino-Ocean Taikoo Li Chengdu al
Chengdu Ifs) deve vedersela con le nuove misure.
Secondo fonti di
wwd.com, un evento di
Jaeger LeCoultre è stato annullato, mentre
Bottega Veneta ha dovuto posticipare l'apertura di un pop up.
Il sito americano ricorda come, nonostante Chengdu non sia stato sottoposto ai lockdown pesanti che hanno coinvolto Pechino, Shanghai e Shenzhen nel primo semestre, i dati diffusi dal
Chengdu Municipal Bureau of Statistics sui primi sette mesi del 2022 evidenzino una flessione delle vendite di beni di consumo nella metropoli pari al -0,5% anno su anno, dovuta a restrizioni adottate già in luglio e a un importante calo energetico nello stesso periodo.
Altri centri tra cui Guanzhou, Dalian e Shijiazhuang sono colpiti in questi giorni da misure più o meno rigorose, inserite nella strategia "tolleranza zero" adottata dal presidente
Xi Jinping.
Quest'ultimo dovrebbe assicurarsi il suo terzo mandato durante il Congresso del Pcc (Partito Comunista Cinese) il prossimo 16 ottobre. Pare che dopo la rielezione la politica zero Covid possa essere ammorbidita, viste le conseguenze economiche delle decisioni intraprese finora dal governo.
A cura della redazione