Gli investimenti in tecnologia e digital sono e saranno fondamentali per le aziende del fashion-luxury alle prese con le conseguenze della pandemia.
Lo ribadisce una ricerca condotta da
Sda Bocconi, con il patrocinio di Confindustria Moda e in collaborazione con
BeSight e con
Certilogo, piattaforma globale che verifica istantaneamente l'autenticità dei prodotti.
Lo studio evidenzia che la maggior parte delle 101 aziende del settore intervistate tra settembre e ottobre prevede un incremento degli investimenti digitali: in particolare, il 55% stima che questo aumento avverrà nei prossimi tre anni.
Per il 10% il tasso di crescita di questo tipo di investimenti sarà del +10% rispetto allo stato attuale, in modo da fornire ai consumatori customer experience nuove e differenziate, ottenere dati per orientare al meglio decisioni e previsioni e innalzare la qualità e la velocità dei processi core business.
A supportare tutti e tre questi obiettivi è lo
Smart Tagging, espressione che indica i dispositivi hardware integrati con il prodotto, che consentono di accedere a esperienze digitali tramite smartphone, ottimizzando la shopping experience e la comunicazione con gli utenti finali del marchio, per il quale lo Smart Tagging risulta utile anche per gestire i processi interni.
Il Fashion-luxury si rivela uno dei comparti più in prima linea nell'uso di tecnologie di
Smart Tagging. Infatti il 59% del panel le ha già adottate e il 36%, in particolare, ha scelto una soluzione aperta al consumatore, che serve soprattutto per avere una conferma dell'autenticità di un prodotto. Invece il 23% opta per una soluzione chiusa: in questo caso il focus è sulla tracciabilità di filiera.
"Lo Smart Tagging - si legge in una nota - aiuta a portare traffico all'e-commerce e a innovare la customer experience, ma non è tutto. Trasferisce infatti al consumatore informazioni relative alla sostenibilità, favorendo anche le attività di resale e recycling". Il prodotto, in pratica, diventa uno strumento di raccolta e informazioni sul prodotto lungo tutto il suo ciclo di vita: sourcing, produzione, distribuzione, vendita, resale e recycling.
La
Blockchain, di cui si è molto parlato, viene considerata rilevante solo dal 23% degli interpellati. L'83% ritiene poco o per nulla probabile che siano stanziati investimenti in questa tecnologia, che non viene percepita come fondamentale per la digital transformation della moda.
Un dato illuminante riguarda il rapporto delle aziende del comparto con la tecnologia: i mezzi ci sono ma non si è ancora pronti a utilizzarli al 100%. Sono ancora molte le realtà che non hanno sviluppato una cultura digitale o che hanno lacune nei processi interni necessari a favorire lo scambio di informazioni e le sinergie operative.
"La prontezza al cambiamento digitale - conclude l'analisi - sarà un fattore da tenere sicuramente in considerazione nel disegno di qualsiasi strategia tecnologica di evoluzione".
Le sfide più impellenti sono stimolare l'engagement e la fedeltà al brand (79%), sviluppare l'e-commerce puntando su customizzazione, creazione di community, miglioramento delle interfacce di shopping e logistica (75%) e, sempre per il 75% del campione, approfondire la conoscenza della propria clientela (nella foto, un'immagine Certilogo).
A cura della redazione