Prima della pandemia più di metà degli acquisti di beni di lusso era realizzata da persone in viaggio. Come è partito il 2023 e chi sta spendendo di più? Un’analisi di
Bernstein, in collaborazione con
Planet (società di servizi finanziari, che si occupa anche della gestione dei rimborsi Iva per i turisti), fa ben sperare per lo shopping in Europa.
In gennaio gli acquisti tax-free nell’area sono tornati al 75% circa di quelli del 2019 e risultano in aumento del 125% rispetto allo stesso mese del 2022. I pagamenti negli alberghi sono ancora la metà di quelli pre-pandemia, ma in crescita del 73% rispetto a un anno fa.
Francia, Italia, Spagna, Germania e Portogallo risultano, nell’ordine, le principali destinazioni europee, con incrementi nelle vendite tax free di gennaio che variano fra il 70% e oltre il 100% rispetto a 12 mesi prima. Solo il Portogallo ha raggiunto i livelli del 2019, ma il resto della top five sta recuperando molto del divario accumulato causa confinamenti. Il nostro Paese, in particolare, in gennaio ha raddoppiato i volumi del 2022, anche se risulta in calo del 38% sul pre-Covid.
Gli Stati Uniti emergono come i maggiori shopper in Europa, seguiti da Taiwan, Corea, Cina e Regno Unito. Tutta la cinquina ha più che raddoppiato gli acquisti rispetto a gennaio 2022 e i più dinamici rispetto al 2019 sono gli Usa (+90%), mentre la Cina è ancora lontana dai livelli pre-pandemia (-89%, vedi tabella in alto).
Più in generale, i consumatori americani stanno continuando a trainare la ripresa dei viaggi nel mondo (come per tutto il 2022), con una quota del 15,5% della spesa globale esentasse in gennaio, che ormai ha superato quella del 2019 (1,8 volte).
Invece i cinesi, nonostante la riapertura, sono ancora sotto del 10% rispetto al periodo pre-Covid, segnalando un maggiore potenziale di incremento dello shopping in viaggio. Tuttavia, gli analisti di Bernstein osservano che in febbraio le compagnie aeree hanno mantenuto invariati i voli di linea dalla Cina verso l'Europa (inclusi i trasferimenti) per il mese di marzo e hanno aumentato di poco la capacità verso l'Asia a corto raggio (+4%).
In altre parole, i viaggi internazionali dalla Cina Mainland hanno raggiunto solo il 24% della capacità 2019 con destinazione l'Europa e il 28% verso l'Asia a corto raggio. Allo stesso tempo, i viaggi nazionali si sono attenuati dopo il Capodanno cinese (-7%), ma è previsto un +122% in aprile. La prospettiva è di un miglioramento sul fronte viaggi (+8% stimato) dal secondo trimestre 2023, sia verso l'Europa (esclusi i trasferimenti), che all’interno della Cina Mainland e verso i Paesi asiatici vicini.
A proposito dei viaggi interni, restano sopra i numeri del 2019 (+9% a febbraio), alimentati dai viaggi di piacere, anche se il traffico verso i più popolari centri turistici è diminuito dopo il Capodanno cinese.
Per quanto riguarda gli spostamenti a corto raggio al di fuori della Cina continentale, Singapore si è rafforzata (le compagnie aeree hanno aggiunto il 20% di capacità a marzo), mentre Hong Kong continua a rimanere indietro. Macao beneficia del fatto che l'ingresso nella regione autonoma non richiede un documento di valutazione sanitaria e un test Covid di 48 ore, rispetto all'ingresso a Hong Kong. Orari ridotti e restrizioni restano anche per la destinazione Giappone.
Passando all'esame del trasporto aereo europeo, si vede che la ripresa è guidata dai viaggi per il tempo libero. Tra le 11 destinazioni più importanti, l'Italia e i Paesi Bassi sembrano quelle che stanno recuperando più velocemente e dove le compagnie aeree hanno aggiunto capacità a tassi a due cifre verso le destinazioni leisure in aprile rispetto al 2019 (tra le mete anche Spagna, Svizzera, Austria e Belgio).
e.f.