lettera aperta al sistema moda

Dries Van Noten e gli altri: «Semplifichiamo il business, è il consumatore a chiederlo»

Dopo che Giorgio Armani ha raccolto proseliti con le sue considerazioni sugli scenari post-Covid - in cui abbandonare la folle velocità degli ultimi tempi, in nome di una normalizzazione dei ritmi di consegna e vendita e di una riscoperta dei veri valori legati al vestire -, scende in campo un gruppo trasversale di addetti ai lavori, con una lettera aperta online in sintonia con queste riflessioni.

Capeggiati da Dries Van Noten (nella foto), scendono in campo tra gli altri Tory Burch, Craig Green, Marine Serre, Mary Katrantzou, Pierre Hardy, Joseph Altuzarra e Proenza Schouler, alias Jack McCollough e Lazaro Hernandez. Al loro fianco department store del calibro di Bergdorf Goodman, Nordstrom e Rinascente, oltre a retailer tra cui gli italiani Sugar, Tiziana Fausti e Antonioli.

I firmatari si impegnano per una semplificazione del business e lo invocano per il resto del settore, in modo da risintonizzarsi con le reali esigenze dei consumatori e ripartire da valori come la sostenibilità, oggi più che mai in primo piano: basta sprechi ed eccessi di merce, corsa all'anticipo, spostamenti inutili e tutto quanto è superfluo. Bisogna tornare all'essenza e delineare con chiarezza il "new normal".

«Provate a spiegare a un non addetto ai lavori le tempistiche del fashion - fa notare Van Noten - e vedrete che non riuscirà a starvi dietro». Da qui l'esigenza di una nuova e più "umana" tabella di marcia, con le proposte autunno-inverno nei negozi da agosto a gennaio e quelle della primavera-estate da febbraio a luglio, «in modo da realizzare un flusso equilibrato di consegne e posizionare i saldi soltanto a fine stagione».

«Ma la prima regola è lavorare tutti insieme - conclude lo stilista - per ridare alla moda quello che l'ha resa una parte importante del mondo, ossia la creatività, unita a un tocco di magia».

a.b.
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