Marzo è stato un mese nerissimo per tutta Italia, ma per la Lombardia di più: lo rivela l'Osservatorio permanente sull'andamento dei consumi nei settori Ristorazione, Abbigliamento e Non food, elaborato da
Confimprese in partnership con
EY.
Si nota infatti che nella regione considerata la locomotiva d'Italia c'è stato un crollo dell'83% rispetto a marzo 2019, contro il -79% a livello generale. Sopra la media anche Toscana (-80,9%), Emilia-Romagna (-80,5%) e Veneto (-80%).
Nel periodo gennaio-marzo, come sottolinea
Mario Maiocchi, consigliere delegato di Confimprese, la flessione complessiva è stata del 26%. E dire che l'anno era partito con il piede giusto: gennaio aveva segnato un +1,3%, ma già a fine febbraio si notava un -2,9%, fino al crollo del 40% a inizio marzo, prima ancora che venisse annunciato il
Decreto Io resto a casa, in vigore dall'11 del mese.
Fissando il focus sempre su marzo,
Paolo Lobetti Bodoni (business consulting leader Italy di EY), fa notare come Abbigliamento e accessori siano stati la categoria che ha registrato il trend peggiore (-82%), seguiti da Food&beverage (-78%) e Non food (-74%).
Invece nel trimestre chi ha sofferto di più è stato il comparto Food&beverage (-27,7%), seguito da Abbigliamento e accessori (-24,9%) e da Altro-non food (-24,5%).
Milano, capitale della moda, ha incassato a marzo un -83%, ma ancora peggio è andata a Monza-Brianza, Bergamo e Brescia (-85%). Le altre grandi province nazionali hanno oscillato tra un -75% e un -80%.
Da inizio anno, la riduzione delle vendite è stata di oltre il 30% per Bergamo e Monza-Brianza. Relativamente al riparo il Sud Italia, con Napoli a -18% e Palermo a -20%.
I trend di vendita per canale vedono a marzo un tonfo del 79,1% per le high street, dell'82,3% per i centri commerciali, dell'82,8% per gli outlet e dell'85,7% per il travel retail. Sui tre mesi i cali sono rispettivamente del 22,2%, del 26,2%, del 24,1% e del 29,8%.
«Nel prossimo futuro - sottolinea Lobetti Bodoni - sarà necessario pensare a nuove modalità di interazione con il consumatore tra canale fisico e digitale, quest'ultimo con un ruolo fondamentale».
«Solo gli operatori che sapranno cavalcare rapidamente i cambiamenti potranno uscire indenni, se non addirittura rafforzati, da questa crisi», aggiunge Maiocchi, precisando che per cogliere appieno le eventuali opportunità saranno necessari investimenti, «su cui si auspica un concreto supporto da parte del Governo».
L'Osservatorio copre 623 aree commerciali, tra outlet, high street, travel e centri commerciali. Sono attualmente monitorati 45 insegne e oltre 4.400 punti vendita in 20 regioni, 111 province e 865 comuni.
Ieri Confimprese, che rappresenta 40mila negozi da Nord a Sud della Penisola, ha raggiunto un'intesa con
Finiper, gruppo attivo nella grande distribuzione organizzata. Oggetto, la rinegoziazione dei canoni d'affitto nel commercio: Finiper ha deciso, visto il momento di eccezionale gravità, di rinunciare a due mesi di canone nel corso di quest'anno, impegnandosi «ad approntare un significativo contenimento delle voci di spesa afferenti le gestioni dei centri commerciali», come si legge in un comunicato. Un'iniziativa che non sarà "una tantum": potrebbero infatti esserci ulteriori sviluppi, in base all'evolversi della situazione.
«Questo accordo crea un precedente - commenta Mario Resca, presidente di Confimprese -. Si pone come esempio per altri contesti commerciali e potrà rappresentare un utile contributo alle istituzioni comunali, regionali e nazionali che hanno la responsabilità di definire regole e strumenti per gestire la Fase 2» (nella foto, un'immagine ripresa dall'account Instagram de
Il Centro di Arese).
a.b.