Per raccontare le atmosfere della haute couture, presentata oggi 6 luglio nell'ambito della digital fashion week parigina, la maison Dior si è affidata a Matteo Garrone.
Il regista romano, che ha siglato film come Gomorra, Dogman e Pinocchio, ha collaborato con Maria Grazia Chiuri, direttore creativo della collezione donna del brand, per interpretare in forma poetica le creazioni dell'alta moda dell'autunno-inverno 2020/2021.
Lo spunto nasce dal Théâtre de la Mode, una mostra itinerante ideata da un gruppo di 15 designer - tra cui Balenciaga e Nina Ricci - per presentare nel 1945, un anno prima della nascita della maison Dior, le proprie collezioni su manichini più piccoli rispetto alle dimensioni normali, vista la scarsità di tessuti nel dopoguerra.
Un'idea, nata anche per raccogliere fondi per i reduci, che ottenne un grande successo e fece il giro dell'Europa e dell'America.
Maria Grazia Chiuri si riallaccia a questa iniziativa, mettendo in scena 37 mannequin in miniatura. L'intera collezione haute couture, indossata da queste poupée de mode e racchiusa in un baule, partendo dalla sede storica di Dior in avenue Montaigne viene trasportata da due garçon in un viaggio onirico attraverso boschi incantati, popolati da ninfe pronte a curiosare fra tailleur in tessuto maschile, cappe imponenti nelle stratificazioni plissettate, cappotti ricamati, vestiti con gonne a ruota e superficie decorata da corolle cucite a mano. La sorpresa finale è l'abito da sposa, come imponeva la couture di un tempo.
La direttrice creativa parla di una collezione surrealista presentata in formato surreale, alla riscoperta della bellezza femminile, vista sotto la lente dei lavori d'avanguardia di inizi Novecento firmati da Lee Miller (fotoreporter), Leonora Carrington (scrittrice) e Dora Maar, Dorothea Tanning, Jacqueline Lamba (pittrici).