«La moda poi - continua - è diventata una sorta di genere di intrattenimento, ma spesso quella parte ne oscura l'essenza, che si trova in forme e volumi, sagome, il modo in cui creiamo relazioni tra corpo e tessuto, il modo in cui facciamo linee di spalla e giromanica, il modo in cui i vestiti hanno la capacità di cambiarci».
Gvasalia conclude la missiva raccontando il ritorno all’essenza del suo mestiere: «Negli ultimi due mesi, avevo bisogno di cercare un rifugio per ripensare alla mia storia d'amore con la moda e l'ho trovata istintivamente nel processo di “fare vestiti”. Mi ha ricordato ancora una volta il suo incredibile potere che riesce a farmi sentire felice e a esprimermi veramente. Questo è il motivo per cui la moda per me non può più essere vista come un intrattenimento, ma piuttosto come l'arte di fare vestiti».
Se in molti si aspettavano un’uscita di scena da parte di Demna dal marchio di Kering dopo l’incidente pubblicitario, la sfilata ha dimostrato le sue qualità di visionario e il cambio di strategia per aggiungere un nuovo tassello alla storia di Balenciaga, partendo dal saper fare.
Ed ecco protagoniste giacche tailoring che all’orlo hanno la cintura dei pantaloni infilata in passanti regolari, come del resto nei cappotti e nei vestiti longuette. Non lascia indifferente il lavoro sui pantaloni tagliati perfettamente che sono sovrapposti da due pannelli per ogni gamba, per dare ampiezza e movimento al tessuto.
Gli abiti da sera sono ricamati con pizzi e paillette, incrostati da cristalli secondo la tradizione haute couture, con cui la maison è recentemente tornata a sfilare.
In primo piano anche gli accessori, vero cult per i fashionist addict del marchio, come i tacchi a spillo alle scarpe ispirate agli stivali da motocross, abbinate a borse sempre over, come il resto della collezione.
a.c.