Marni ha messo in scena una sfilata-performance, con la coreografia di Michele Rizzo, all’insegna degli archetipi vestimentari in cui gli abiti-oggetti vengono trattati come persistenze della memoria e assemblati tra loro come avanzi, creando ibridi spiazzanti.
«Let's dance, as a multiform, in our uniforms» è il leitmotiv dello show, in cui si impone un nuovo concetto di sartorialità, in cui destra e sinistra mai combaciano e così anche il davanti e il dietro e men che meno il sopra e sotto.
Il direttore creativo Francesco Risso inventa un gioco apparentemente distratto ma anche deciso, dove abbondano abrasioni, scoloriture, tagli, mancanze, in nome di un'eleganza disinibita e fuori dalle righe.
Modelli e modelle, protagonisti di un flusso corale di gesti, sguardi e posture, nel momento in cui si mettono in movimento sembrano farlo in «direzione ostinata e contraria», indossando cappotti bisecati, marsine antitetiche, un outwear frammentario, maglie e camicie risicate e pantaloni dilatati.
Le loro uniformi sfoggiano grafismi ipnotici o monocolore con dettagli inaspettati. Come sempre Marni fa centro negli accessori: sneaker distorte e stivali che determinano un tocco del tutto inaspettato, in sintonia con la collezione.
a.c.MILAN MEN FW 2020-2021: MARNI