In questo momento dove tutto è transitorio e fugace, Nicolas Ghesquière ha forgiato per Louis Vuitton una collezione dove l’abito diventa un codice per riconnettersi con il mondo.
Una costruzione personale dove emerge un mood di innocenza e intuizione adolescenziale: quella fase in cui il romanticismo e l’idealismo anelano a un futuro fatto di sogni di perfezione.
«Una certa idea stilistica dell’adolescenza che, nella moda, è un tempo libero dal conformismo, fatto di mélange, dissonanze e risonanze…», ha spiegato Nicolas Ghesquière, che scelto il Musée d'Orsay per far sfilare la collezione.
«Un susseguirsi di collage che mescolano educazione, riferimenti culturali, idoli, eroi ed eroine, voglia di affermarsi, di forgiare una personalità, distinguersi, scoprire ed esplorare con un profondo desiderio di autenticità», ha aggiunto.
Non è un caso che ad aprire la sfilata sia stata Hoyeon Jung, la protagonista femminile di Squid Games, serie-culto proprio tra i più giovani, con un passato da modella che incarna perfettamente lo spirito di Ghesquière.
Un'operazione testimoniata dalle giacche oversize, le camicie e le cravatte, che guardano ai giovani adolescenti desiderosi di emulare il padre, aprendo il suo guardaroba.
E c’è anche la parte femminile dedicata alla madre, con sottovesti leggere in chiffon stampate che si sovrappongono alle felpe o agli abiti in maglia, o fatta solo di felpe con la foto stampata del proprio idolo musicale o cinematografico.
E poi ancora scamiciati, pantaloni larghi abbinati a cardigan oversize, top e gonne formate da foulard, maglioni con le rose annodati sui fianchi e kilt che possono essere abbinati anche ai pantaloni.
Una collezione senza costrizioni, che si concentra sulla libertà di movimento, sul comfort totale, anche se dietro vi è un lavoro meticoloso in termini di materiali e ibridazione degli abiti.
a.c.